Esotismo, esoterismo e alienità. Elementi di realismo fantastico nella letteratura di lingua inglese tra Otto e Novecento
Abstract
La relazione tra esotismo ed esoterismo nella letteratura di lingua inglese tra Otto e Novecento può essere ricostruita attraverso il saggio di Louis Pawels e Jacques Bergier, Le matin des magiciens (1960), che ha dato una sistematizzazione alla categoria del “realismo fantastico” e quello di Patrick Brantlinger, Rule of Darkness. British Literature and Imperialism 1830-1914 (1988), che ha messo in evidenza i rapporti tra l’immaginario e la pratica imperialista inglese e l’esoterismo romantico e postromantico. Nel solco di tali saggi, l’articolo mette in luce come le istanze irrazionali, mai sopite neppure nel secolo dei Lumi, abbiano preso, in àmbito anglosassone più ampio, la forma di riviviscenze di simbolismi alchemici, gnostici e cosmologici, di matrice prettamente orientale, con la creazione di nuove mitologie che hanno influenzato la cultura letteraria postromantica, vittoriana e decadente e avente marcati riflessi politici e culturali. Si analizza in tale prospettiva la commistione dell’elemento finzionale e narrativo (Bulwer-Lytton, Machen, Yeats) entro l’antonimia idealistica (il pensiero di Schopenhauer) con il pensiero orientale rivisitato sotto forma rosacrociana e teosofica (Blavatsky, Olcott), fino a giungere all’esemplificazione politica (Rosenberg) e fantastico-fantascientifica (Lovecraft).
The relationship between esotericism and exoticism existing in 19th and 20th-century literature can be traced out through the essay by Louis Pawels and Jacques Bergier, Le matin des magiciens (1960), which systematizes the category of “fantastic realism”, and the one by Patrick Brantlinger, Rule of Darkness. British Literature and Imperialism 1830-1914 (1988), which highlights the relations between the imagery and praxis of English Imperialism and Romantic and post-Romantic esotericism. Following the essays to some extent, the paper sheds light on how irrational aspects, which did not die out with the Enlightenment, in the broad Anglo-Saxon context took the form of revitalized, Orient-derived alchemical, gnostic, and cosmological symbolisms, alongside the forging of new mythologies that influenced post-Romantic, Victorian, and Decadent literary culture, and having a clear bearing on political and cultural matters. In this perspective, the paper analyzes the conflation of the fictional and narrative element (Bulwer-Lytton, Machen, Yeats) within Idealistic antonymy (Schopenhauer’s system of thought) and Oriental thinking reinterpreted in the form of Rosicrucian and Theosophical philosophy (Blavatsky, Olcott), attaining to opposite political (Rosenberg) and fantastic and at the same time science fictional exemplifications (Lovecraft).
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