Ragione poetica e ragione grafica nella poesia di ricerca: elencazioni, sequenze, stringhe
Elencazioni, sequenze, stringhe
Abstract
Molte delle cosiddette scritture “di ricerca” della poesia italiana (ma anche francese e anglofona) degli ultimi anni hanno fatto ricorso al modello formale della lista. A titolo d’esempio si considerino: Tracce (2008) e Tecniche di basso livello (2009) di Gherardo Bortolotti, Teoria dei gruppi (2014) di Alessandro Broggi, Giornale del viaggio in Italia (2009) di Marco Giovenale, A new house (2008) e Bianca come neve (2009) di Michele Zaffarano. In tale ricorso alla lista, da parte di questa nuova generazione di poeti, si può forse individuare un tentativo di risposta ad una trasformazione culturale, cognitiva e linguistica in atto, da cui consegue la necessità di trovare nuove forme poetiche in grado di dire il reale. Se da un lato questi poeti esprimono una «uscita dalla poesia» che sfocia in una «prosa in prosa», secondo i termini del poeta francese Jean-Marie Gleize (punto di riferimento riconosciuto da questi autori), dall’altro la forma della lista sembra offrirsi come ultima possibilità di composizione in versi all’èra del “twitter”, dei motori di ricerca, della frammentazione dei linguaggi dell’info-sfera. Il nostro intervento si propone di interrogare l’uso della lista come dispositivo poetico, come spazio installativo nella poesia “di ricerca
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