Le provocazioni di Antigone e quelle di Creonte. Come e perché tradurle oggi per il pubblico
Abstract
L’Antigone di Sofocle può essere considerata un testo emblematico dei maggiori problemi che un traduttore dei classici deve affrontare. Sul piano del linguaggio dialoghi e discorsi argomentati per persuadere si alternano con canti, corali e monodici, costruiti per associazione di immagini e giocati sull’emozione. Molte traduzioni autorevoli della tragedia hanno privilegiato il dolore e l’amore del personaggio di Antigone, facendo perdere di vista il forte tema drammatico, la philia, il legame di coappartenza su cui si fonda la vita collettiva, diversamente inteso da Antigone e da Creonte. Questa riflessione cerca di riportare l’attenzione sul rapporto della traduzione con i contenuti di pensiero del testo drammatico, sulla necessità di restituire prima di tutto la lettera del testo antico e di situarla nella sua storia senza offuscarla con sterili esercizi di stile.
Sophocles’ Antigone can be considered as an example of the major problems a translator of the classics has to face. On the level of the language, dialogues and discourses conceived to persuade alternate with songs, choral and monodic, composed by association of images and played on emotions. Many authoritative translations have privileged the pain and the love present in the character of Antigone, obscuring however the powerful dramatic theme – the philia – the bounds on which public life is based, and which are differently understood by Antigone and Creon. This work tries to bring the attention back to the relation between the translation and the contents of the dramatic thought, and to the ne-cessity of first of all restoring the literal meaning of the ancient texts, without obfuscating it with empty academic exercises.
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