Il mito di Cupido riscritto da Tommaso Campanella e da Paolo Regio
Abstract
L’articolo prende in esame la riscrittura del mito di Cupido in alcune poesie di Tommaso Campanella e in alcune ottave del poema spirituale, la Sirenide, di Paolo Regio (1603 e 1606), con tutte le sue implicazioni morali, religiose, politiche e teologiche. Lo studio analitico dei testi menzionati mira a individuare il rapporto tra la cultura mitologica e il potere della Chiesa cattolica impegnata a restaurare l’ordine contro ogni tipo di corruzione, a indicare le regole e il percorso per raggiungere la salvezza. La manipolazione e il controllo di quella che Furio Jesi chiama «macchina mitologica» assume una solida funzione pedagogica, diventa uno strumento di censura e una strategia di propaganda della cultura letteraria controriformista.
The article examines the reshaping of the myth of Cupid in several poems by Tommaso Campanella and in several octaves of the spiritual poem Sirenide by Paolo Regio (1603 and 1606), divulging all of its moral, religious, political and theological implications. The analytical study of these texts aims to identify the relationship between mythological culture and the power of the Catholic Church, which was committed to the re-establishment of order in the face of corruption and to the delineation of the rules and pathways to salvation. The manipulation and command of what Furio Jesi calls the “mythological machine” adopts a solid pedagogical function and becomes an instrument of censorship and a propaganda strategy of the literary culture of the Counter-Reformation.
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